Minicorso 4.0

"Ispirare la Trasformazione Digitale"

MINICORSO SULLA DIGITAL TRANSFORMATION

Quali sono i messaggi chiave del master in Industry 4.0 Design?

Vogliamo darti la possibilità di scoprirlo in anteprima accedendo a un minicorso di 1 ora e 30 minuti tenuto dai docenti del Master di I livello in Industry 4.0 Design – Enterprise Digitalization and 4.0 Technologies delle Università di Pisa, Firenze, Siena e della Scuola Superiore Sant’Anna

Abbiamo creato un piccolo palinsesto di pillole ispirazionali per i futuri leader della trasformazione digitale!

Scopri di più sulle pillole ispirazionali:

  1. Finanza per l’innovazione digitale: weekend con il perito – Mario Rapaccini, Università degli Studi di Firenze
  2. Dati: re o tiranni? – Gualtiero Fantoni, Università di Pisa
  3. L’intelligenza artificiale è fantastica ma probabilmente non ti serve – Daniele Mazzei, Università di Pisa
  4. Troppa conoscenza tacita nelle aziende? – Andrea Bonaccorsi, Università di Pisa
  5. Industria 4.0: da design a improvvisazione – Filippo Chiarello, Università di Pisa
  6. Industria 5.0: la fabbrica olistica – Gianni Campatelli, Università degli Studi di Firenze

Al termine del corso:

  • apprenderai perché la trasformazione digitale deve essere fortemente progettata;  
  • raccoglierai riflessioni su come affrontare le sfide del nuovo cambiamento culturale, organizzativo e tecnologico.

LE PILLOLE ISPIRAZIONALI

1. Finanza per l'innovazione digitale: weekend con il perito

Gli incentivi fiscali sono spesso il punto di partenza di Industria 4.0 e in molti casi purtroppo anche il punto di arrivo. Mario Rapaccini, professore dell’Università degli Studi di Firenze, in questo pitch, spostandosi con un pizzico di ironia tra fotogrammi di famosi film, ci racconta lo scenario attuale italiano che vede come sfortunato protagonista il perito asseveratore.

Sneak peek della prima pillola:

“Gli strumenti che il legislatore mette a disposizione delle imprese per agevolarne gli investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e formazione per la transizione digitale sono veramente tanti. Può essere richiesto il supporto di professionisti terzi, quali commercialisti, fiscalisti e periti, che certificano costi e asseverano gli investimenti. Questa testimonianza ripercorre le esperienze di alcuni ingegneri che operano come “periti”, e che sono sopravvissuti a discapito di tutti e tutto. Dal racconto di tali disavventure scaturiscono delle riflessioni sul modo giusto e sul modo sbagliato di approcciare l’innovazione digitale nelle imprese.” 

Mario Rapaccini, Università degli Studi di Firenze.

#fiscale

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2. Dati: re o tiranni?

La frase “il cliente è re” di Kaoru Ishikawa è una delle frasi più rappresentative nell’ambito della qualità totale. Dopo più di vent’anni, Alberto Galgano nel libro “I mostri e la palestra (la storia della qualità totale) racconta però l’opposto: “il cliente è tiranno”.

Gualtiero Fantoni, professore dell’Università di Pisa e direttore del master, usa la stessa analogia nel mondo 4.0 chiedendo se oggi i dati, come i clienti, rappresentino un re illuminato oppure un tiranno spaventoso…

Sneak peek della seconda pillola:

“Negli anni 60 Ishikawa diceva che il cliente era il re, ma nell’arco di trent’anni Galgano propone una sua rielaborazione che descrive il cliente come un tiranno. Uso la stessa metafora sui dati che vengono visti con soggezione dalle imprese che, guidate da venditori di servizi, accumulano dati che poi non usano oppure, incantate da marketing e casi eclatanti, millantano algoritmi di estrazione di valore da tera e tera di dati. Anche in questo caso un approccio disincantato e fortemente pre-progettato può aiutare ad invertire il paradigma della schiavitù e sudditanza ai dati e a considerarli per quello che sono: un asset aziendale da valorizzare… secondo il principio di Pareto.” 

Gualtiero Fantoni, Università di Pisa.

#stressato

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3. L'intelligenza artificiale è fantastica ma probabilmente non ti serve

«L’intelligenza artificiale è come il sesso per gli adolescenti: tutti ne parlano, nessuno sa veramente come si fa, ma tutti pensano che gli altri lo fanno e allora dicono di farlo». In questo pitch Daniele Mazzei, professore dell’Università di Pisa, aiuta a fare chiarezza su cosa è davvero l’intelligenza artificiale disegnando i confini della sua applicabilità.  I dati possono rivelarsi molto pericolosi se utilizzati senza l’intelligenza umana: l’avresti mai detto che il tasso di omicidi negli Stati Uniti correla con il numero di download di Internet Explorer?

Sneak peek della terza pillola:

“Grazie all’intelligenza artificiale l’azienda ha ridotto il consumo di energia”, “Grazie all’intelligenza artificiale l’azienda ha efficientato i processi”. Le buzzword sono molto potenti, aiutano a veicolare messaggi complessi in maniera veloce ed efficace. Tuttavia, per diventare dei riferimenti nel mondo del 4.0 è necessario saper discernere cosa è marketing da cosa è scienza o tecnologia.

La popolarità dell’IA ha aiutato ad attrarre le attenzioni degli imprenditori verso la digitalizzazione dell’impresa, oggi dobbiamo però stare attenti a non disilludere queste aspettative. Nella maggioranza dei casi aziendali, l’implementazione di una rete neurale porta agli stessi risultati di una classica analisi dei dati.” 

Daniele Mazzei, Università di Pisa.

#fantascientifico

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4. Troppa conoscenza tacita nelle aziende?

Ognuno di noi all’interno di un’organizzazione esercita varie forme di potere: esplicite e implicite. Queste ultime sono le più subdole. Sono legate a conoscenze tacite, nascoste, che non condividiamo per paura di essere rimpiazzati e di perdere potere. E’ così che le persone si trasformano nel più forte freno al cambiamento. Come vincere il lato oscuro del potere? Ce lo spiega Andrea Bonaccorsi, professore dell’Università di Pisa.

Sneak peek della quarta pillola:

“Tutti abbiamo presente lo schema che spiega la trasformazione da dato (grezzo) a informazione (strutturata) a conoscenza (intelligente). Mettiamo molta energia organizzativa nel raccogliere i dati e nel gestire il processo che porta alla intelligenza, e poi oltre in ottica 4.0, verso un’intelligenza analitica, anticipatrice e predittiva. Ma abbiamo smesso di riflettere sul fatto che una parte rilevante dei dati semplicemente non è disponibile. Non perché manchino, ma perché restano non codificati, impliciti, taciti, esperienziali. Perché è così difficile per le imprese codificare i dati? Suggerisco una risposta disturbante: la conoscenza tacita è fonte di potere organizzativo. La resistenza al cambiamento è resistenza a condividere il potere in azienda.”

Andrea Bonaccorsi, Università di Pisa.

#esplicito

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5. Industria 4.0: da design a improvvisazione

L’impresa ideale è una macchina con ingranaggi ben oliati che si “muove” in un contesto altamente prevedibile. Un percorso 4.0 è però complesso, incerto, mutevole e non siamo in grado di predire con largo anticipo come affrontarlo. Possiamo solo improvvisare. Tuttavia, Filippo Chiarello, professore dell’Università di Pisa, ci racconta che “l’improvvisazione non si improvvisa!”

Sneak peek della quinta pillola:

“Nonostante la grande mole di dati a disposizione, è evidente che la capacità predittiva delle aziende, sia a livello strategico che tattico, è diminuita. In un mondo sempre più VUCA (volatile, incerto, complesso ed ambiguo) il dato del passato non necessariamente rappresenta il futuro, ed un approccio eccessivamente normativo non fa che peggiorare la situazione.

In questo contesto di obsolescenza istantanea della conoscenza, le organizzazioni devono cambiare modo di agire: si passa dall’esecuzione di parti scritte all’improvvisazione. Parleremo di come grammatiche comuni, fiducia reciproca e tanta pratica, possano portare le aziende ad essere più attrattive, agili e sostenibili.

Filippo Chiarello, Università di Pisa.

#jazzista

GUARDA SUBITO IL VIDEO | #JAZZISTA:

6. Industria 5.0: la fabbrica olistica

Gianni Campatelli, professore dell’Università degli Studi di Firenze, lancia un SOS: è necessaria una trasformazione 5.0 per affiancare a obiettivi di business anche obiettivi di tipo sociale, per sviluppare una manifattura che rispetti le risorse del Pianeta e ponga il benessere dei lavoratori al centro del processo produttivo. Qual è il ruolo della tecnologia?

Sneak peek della sesta pillola:

“Olistico è un termine sempre più presente nella nostra quotidianità; vocabolo abusato e non sempre utilizzato in modo proprio. E se fosse la fabbrica a diventare olistica? Industria 5.0 sta spingendo verso l’analisi del contesto in cui opera la fabbrica in modo da garantire una maggiore sostenibilità sociale e ambientale delle attività produttive.

In un mondo sempre più interconnesso, dove i confini fra le varie attività diventano sempre più sfumati, è fondamentale affrontare come un’azienda si innesta nel più ampio contesto della nostra società, cercando soluzioni per migliorarne l’impatto. E riflettere sul ruolo che l’innovazione digitale può portare al raggiungimento di questo obiettivo.”

Gianni Campatelli, Università degli Studi di Firenze.

#SOSostenibile

GUARDA SUBITO IL VIDEO | #SOSostenibile:

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Compilando il form riceverai le istruzioni per accedere alla piattaforma e-learning di Beam Me Up, la spin-off dell’Università di Pisa che gestisce il master in Industry 4.0 Design: Enterprise Digitalization and 4.0 Technologies. Questa è anche l’occasione per esplorare sin da subito l’ambiente virtuale in cui sarà caricato tutto il materiale didattico della IV edizione!

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